martedì 10 febbraio 2009

Where eagles dare...

Così si intitola una canzone degli Iron Maiden e anche un vecchio film con Clint Eastwood.
Dove osano le aquile.
E ieri sera abbiamo osato, come le aquile.
Siamo stati coinvolti in una serata di sci alpinismo alla luce della luna piena.
La meta è stata la cima Motta sulle piste di Chiesa Valmalenco.
E' stata un esperienza nuova, mai provata, non avevo mai sciato di notte ne tantomeno provare una salita con gli sci.
Abbiamo noleggiato l'attrezzatura specifica per questo tipo di sport e ci siamo ritrovati al rendezvous con tutto il gruppo. Tutte persone esperte del luogo, allenati e abitudinari di questa disciplina.
Ci avevano già dato indicazioni sul tipo d'abbigliamento da tenere durante la salita e la discesa, ma non nego un po' di preoccupazione prima di partire sull'idoneità.
Sceso dalla macchina sento il freddo tagliarmi il fiato.
Subito partiamo e ci incolliamo ad un gruppo di esperti per carpire qualche consiglio utile.
La disciplina non è difficilissima in se, basta tenere gli sci dritti e come tutti gli sport rimanere il più composti possibili per evitare movimenti inutili e inutili sprechi di energia.
Noto subito che il passo è serrato, ma la necessità di scaldarsi e il timore di rimanere solo di notte nel bosco in montagna ci spronava a tenere il contatto con gli apripista.
Ci son tanti modi e sentieri per raggiungere la meta, il nostro apripista ha scelto senza dubbio il più suggestivo e meno pendente, ma di certo il più lungo.
La fatica cominciava a farsi sentire, il freddo ad intorpidire le mani.
Il gruppo si sgranava sempre più, il passo sempre serrato.
Passiamo attraverso dei boschi, il sentiero battuto sembrava una trincea scavata nella neve fresca. in alcuni punti la differenza di altezza tra la neve battuta e quella fresca raggiungeva abbondantemente il metro.
Ogni tanto mi fermavo ad aspettare Davide, sapevo bene che le salite non sono il suo forte, ma non potevo stare fermo a lungo, non appena ci si fermava il sudore della maglietta si avvertiva una sensazione di freddo ancora più marcata.
A tre quarti della salita lo sento parecchio in difficoltà, non è stato molto fortunato con gli scarponi del noleggio.
E' stato costretto a fermarsi.
Ero rimasto solo. Mauro era andato a vedere come stava Davide, e gli apripista ormai mi avevano staccato, vedevo soltanto in lontananza le luci delle lampade frontali fare piccoli cerchi luminosi sulla pista.
E' strano vedere la pista da sci dalla prospettiva opposta.
Sapevo che se fossi andato anche io a vedere come stava mi sarei fermato. L'orgoglio mi imponeva di proseguire, di raggiungere la cima.
Ho deciso di proseguire, ero stanco e mi facevano male le gambe.
E' in quei momenti che i tuoi pensieri si svuotano, sei libero.
Cominciavo ad avere un po' di paura di perdere il contatto visivo con gli apripista e ho serrato il passo.
Ho raggiunto il gruppo.
Mancava poco, davvero poco, potevo vedere la cima.
Ora mancavano cento metri, il vento gelido in quota cominciava a farsi sentire.
Avevo freddo, vedevo la meta e mi dicevo, "un altro passo, un altro metro, ancora uno sforzo, non sarai venuto fin qui per mollare!"
Ho serrato i denti talmente forte che li sentivo scricchiolare in bocca.
Non capivo bene cosa stesse succedendo e alla fine ce l'ho fatta, sono arrivato.
La cima era mia!
Raggiungo il gruppo che era già intento a coprirsi per la discesa. Ero felice, ma completamente esausto, non avevo la forza di parlare e le mani erano diventate rigide, stringevano i bastoncini così forte che ha faticato ad aprirle.
Sono stato aiutato a preparare l'attrezzatura per la discesa, da solo non ce l'avrei fatta o ci avrei messo molto più tempo.
Dopo nemmeno 5 minuti ero di nuovo con gli sci ai piedi questa volta con il tallone bloccato per scendere. Indossata la giacca a vento e i pantaloni da sci.
La discesa non me la ricordo bene, ho seguito il gruppo sulla pista nera.
Amo quella pista il fondo è sempre perfetto e sarà per la forte pendenza non c'è mai nessuno in pista.
Farla al buio con la sola lampada in fronte a illuminare e stanco dalla salita... beh è un altra faccenda.
In 10 minuti siamo a valle 10 minuti contro 2 ore di salita... cado parecchie volte durante la discesa, un po' perché gli sci sono totalmente diversi dai miei e non ci ero abituato, un po' per la stanchezza.
Raggiungo Davide che mi aspettava quasi all'arrivo e facciamo insieme l'ultimo tratto di pista.

E' stata un esperienza indimenticabile, oserei dire eroica.
Eroica non tanto per il fatto di raggiungere la cima, ma per il fatto di superare i limiti di noi stessi e ieri sera i limiti li abbiamo superati tutti, anche chi non è arrivato in cima!